Dubai rappresenta oggi uno degli hub più attrattivi al mondo per fare impresa. Grazie alla sua posizione strategica tra Europa, Asia e Africa, all’assenza di tassazione sui redditi personali e societari (in specifiche condizioni) e a un ambiente normativo strutturato per attrarre capitali esteri, aprire una società a Dubai è diventata un’opzione sempre più valutata da imprenditori italiani e internazionali.
Se la procedura di costituzione può apparire semplice, le implicazioni giuridiche e fiscali per un soggetto residente in Italia sono tutt’altro che trascurabili. L’interazione tra diritto locale e normativa italiana in materia tributaria richiede una pianificazione estremamente accurata.
Ignorare questi profili comporta l’esposizione a rischi gravi, tra cui:
- accertamenti per esterovestizione (art. 73, comma 5-bis, TUIR);
- contestazioni per stabile organizzazione occulta;
- applicazione della disciplina CFC (Controlled Foreign Company, ex art. 167 TUIR);
- sanzioni per abuso del diritto e operazioni elusive ai sensi dell’art. 10-bis L. 212/2000, con possibilità di recupero delle imposte evase, sanzioni fino al 240% e, nei casi più gravi, rilevanza penale.
Ciò detto, in questo articolo analizzeremo:
- Le forme societarie disponibili negli Emirati Arabi Uniti (mainland, free zone e offshore)
- I requisiti legali e amministrativi per l’avvio di un’attività
- Il quadro fiscale di riferimento e le normative di compliance internazionale
- I rischi principali connessi all’apertura di una società a Dubai da parte di un soggetto residente in Italia
Attenzione: aprire una società a Dubai non è un’operazione neutra sul piano fiscale.
Se non correttamente strutturata e pianificata, può risultare in una contestazione per fittizia localizzazione estera dell’attività, con ricadute anche penali.
Per questo, lo Studio Legale Internazionale Bertaggia, specializzato in diritto tributario internazionale, affianca le imprese italiane nei percorsi di internazionalizzazione, con l’obiettivo di proteggere il cliente da contestazioni, pianificare correttamente la struttura societaria e garantire la piena legittimità dell’operazione in base alle norme italiane, emiratine e convenzionali.
È legale aprire un’azienda a Dubai o negli Emirati Arabi?
Contenuti dell'articolo
Sì, aprire una società a Dubai è perfettamente legale, sia per cittadini emiratini che per soggetti stranieri. Gli Emirati Arabi Uniti promuovono da anni politiche economiche fortemente orientate all’attrazione di capitali esteri, con l’obiettivo di diversificare l’economia nazionale e ridurre la dipendenza dal settore petrolifero.
Tuttavia, la legalità dell’operazione non implica automaticamente la sua correttezza fiscale, soprattutto per i soggetti italiani. La giurisprudenza italiana considera determinante, ai fini fiscali, la sede effettiva di amministrazione, non quella meramente dichiarata.
Nel diritto internazionale tributario, ciò che distingue un’operazione legittima da una condotta elusiva è la presenza effettiva di una sostanza economica reale nello Stato estero. Questo significa:
- Gestione effettiva dell’attività a Dubai
- Presenza fisica di un ufficio e personale
- Decisioni strategiche prese nel territorio emiratino
- Tracciabilità documentale della governance aziendale
Se questi requisiti non sono soddisfatti e l’imprenditore residente in Italia continua a gestire la società emiratina direttamente dall’Italia, si configura la cosiddetta esterovestizione, ovvero la fittizia localizzazione della sede legale all’estero, in violazione dell’art. 73 del TUIR.
Le autorità fiscali italiane possono contestare l’operazione qualora rilevino che:
- La sede effettiva della società si trova in Italia;
- Le attività operative si svolgono nel territorio nazionale;
- L’organo decisionale è composto da soggetti residenti in Italia;
- La clientela o il mercato di riferimento è prevalentemente italiano.
In questi casi, l’impresa viene considerata fiscalmente residente in Italia, con conseguente tassazione integrale dei redditi secondo le aliquote italiane, e possibile applicazione di sanzioni fino al 240% delle imposte evase, oltre a profili di responsabilità penale nei casi più gravi.
Quali attività si possono aprire a Dubai?
Per aprire una società a Dubai è necessario ottenere una licenza commerciale, rilasciata dal Department of Economic Development (DED) o dall’autorità competente della Free Zone. Le licenze si dividono in tre categorie principali:
- Licenza commerciale: per attività legate al commercio di beni e servizi.
- Licenza industriale: per operazioni manifatturiere o produttive.
- Licenza professionale: per attività di consulenza, servizi professionali, studi tecnici, legali, medici, marketing, ecc.
A seconda della licenza scelta, si avranno obblighi diversi in termini di capitale sociale, requisiti documentali e requisiti di localizzazione.
Grazie alla sua variegatezza nella concessione delle licenze, Dubai offre un’ampia gamma di opportunità nei seguenti settori:
- Commercio internazionale (import/export)
- E-commerce e digital services
- Consulenza aziendale e servizi professionali
- Real estate e gestione immobiliare
- Servizi finanziari e fintech
- Logistica e trasporti
- Turismo e hospitality
- Energia, oil & gas, tecnologie green
- Media, comunicazione e IT
È necessario sottolineare come alcuni settori regolamentati (es. servizi bancari, assicurativi, sanitari) richiedono autorizzazioni speciali da parte di enti specifici, come la Central Bank of UAE o il Ministry of Health. Tuttavia, dal 2021, per molte attività non è più obbligatorio il partner emiratino nel Mainland, grazie alla riforma sulla proprietà straniera al 100%.
Inoltre, ogni localizzazione (Free Zone, Mainland e Offshore) ha la sua giurisdizione:
- Le attività rivolte al mercato emiratino richiedono la costituzione nel Mainland, con possibile obbligo di sponsor locale.
- Le attività internazionali (trading, servizi esteri), invece, possono essere avviate in Free Zone o Offshore, dove si gode di maggiore libertà societaria e fiscale, ma con limitazioni nel commercio interno: è vietato per queste società vendere direttamente beni o servizi sul mercato degli Emirati senza un partner commerciale registrato nel Mainland. Le violazioni possono comportare la revoca della licenza e sanzioni severe.
Che tipo di tassazione si applica alle aziende di Dubai?
Nel Mainland di Dubai, le società sono soggette a una Corporate Tax del 9% introdotta nel 2023 per i profitti superiori a 375.000 AED (circa 102.000 USD). Restano escluse da tassazione:
- Le imprese con redditi inferiori a tale soglia
- Le aziende che non operano nei settori bancario o petrolifero
Inoltre, queste società:
- Non hanno nessuna imposta sui dividendi, sulle plusvalenze e sugli interessi passivi
- Non hanno nessuna imposta personale sul reddito per i soci o dipendenti
- Godono di Corporate Tax armonizzata a livello OCSE per evitare blacklisting e dell’adesione degli Emirati allo scambio automatico di informazioni (CRS)
Le società che operano nel settore petrolifero sono soggette a una tassazione del fino al 55%, mentre quelle del comparto bancario e finanziario pagano una Corporate Tax del 20%.
Di contro, le società costituite nelle Free Zone di Dubai possono godere, se in regola con i requisiti previsti, di:
- Esenzione fiscale totale sul reddito aziendale per un periodo garantito tra i 15 e i 50 anni
- Zero imposte personali sui redditi dei soci
- Nessuna ritenuta alla fonte su dividendi, royalties, interessi
Tuttavia, l’accesso a tali agevolazioni è subordinato alla condizione che:
- Il reddito derivi da clienti esteri o da operazioni all’interno della stessa Free Zone
- Non venga effettuato commercio diretto nel Mainland senza specifica autorizzazione
In caso contrario, l’azienda decade dai benefici fiscali e rientra nel regime ordinario di tassazione emiratino.
Infine, le società offshore a Dubai (Jebel Ali Offshore, Ras Al Khaimah Offshore, ecc.) rappresentano una forma societaria particolarmente adatta per:
- Holding internazionali
- Trading intercontinentale
- Attività finanziarie, consulenza e asset protection
Queste entità non sono soggette a Corporate Tax e non hanno obblighi contabili o di bilancio pubblico, purché:
- Non operino con clienti emiratini
- Non siano considerate esterovestite secondo il diritto italiano (in caso di residenza effettiva in Italia)
Bisogna comunque fare attenzione, in quanto l’esenzione fiscale non implica automaticamente l’assenza di obblighi in Italia. Le autorità fiscali italiane possono contestare l’esterovestizione se non viene rispettata la sostanza economica reale dell’attività.
Per un approfondimento su rischi, requisiti e normativa italiana sull’apertura di attività all’estero, leggi anche la guida dedicata su come aprire un’attività all’estero.
3 requisiti fondamentali per aprire una società a Dubai
Costituire una società a Dubai significa muoversi in un sistema legale e amministrativo che, seppur orientato all’accoglienza degli investitori esteri, impone una serie di adempimenti precisi, vincoli giurisdizionali e condizioni operative che non possono essere ignorate.
Tra i primi aspetti da verificare vi è la congruenza tra l’attività che si intende esercitare e la struttura giuridica disponibile nel territorio scelto (Mainland, Free Zone, Offshore). L’errore tipico è farsi attrarre dal trattamento fiscale, senza valutare la compatibilità della propria operatività con le regole locali.
1. Presupposti legali e regolatori
Chi intende avviare un’impresa deve dimostrare la legittimità dell’attività secondo le categorie previste dalle autorità emiratine. Ogni business richiede l’ottenimento di una licenza specifica, rilasciata dagli enti competenti solo dopo aver esaminato:
- la natura dei servizi o beni offerti;
- la composizione societaria;
- l’eventuale necessità di approvazioni ministeriali (in settori regolamentati come finanza, salute, istruzione, telecomunicazioni).
Questi passaggi hanno riflessi concreti sull’operabilità della società nel territorio emiratino e sull’accesso al sistema bancario.
2. Obblighi strutturali
Ogni società deve disporre di una sede legale conforme ai parametri imposti dall’autorità di registrazione. Non si tratta di una formalità: lo spazio scelto incide sull’ottenimento dei visti, sull’apertura del conto corrente estero e sulla possibilità stessa di operare. In particolare:
- gli uffici devono esistere fisicamente e avere una dimensione adeguata all’attività dichiarata;
- l’intestazione del contratto di affitto deve corrispondere alla società costituita;
- in alcune giurisdizioni, l’ubicazione fisica condiziona l’applicabilità delle agevolazioni fiscali.
3. Requisiti documentali e procedurali
La fase costitutiva richiede una dotazione documentale rigorosa, redatta in inglese o arabo e autenticata secondo le modalità locali. A titolo esemplificativo:
- Passaporto e documento d’identità dei soci e dell’amministratore;
- Bozza di atto costitutivo e statuto societario;
- Contratto di locazione conforme alle direttive urbanistiche della zona scelta;
- Business plan sintetico, talvolta richiesto per valutazioni preliminari;
- Prova del versamento del capitale sociale (quando previsto).
In alcuni casi è necessario un rappresentante legale residente, figura obbligatoria per le società in specifici settori o per l’apertura di conti bancari presso istituti emiratini.
Aprire una società a Dubai: Principali rischi
Senza una corretta pianificazione fiscale e giuridica, tentare l’apertura di una società a Dubai può costarti molto di più del vantaggio fiscale che pensavi di ottenere.
Molti imprenditori, attratti da promesse semplicistiche o offerte di “pacchetti all inclusive” senza base legale, si ritrovano anni dopo sotto accertamento per esterovestizione, con il rischio di sanzioni, blocco delle attività, contenziosi internazionali e, nei casi peggiori, procedimenti penali.
Lo Studio Legale Internazionale Bertaggia non vende società estere. Offriamo consulenza giuridica avanzata e supporto legale integrato per guidare imprenditori e aziende nella costituzione corretta, conforme e strategica di strutture societarie negli Emirati Arabi.
Siamo attivi da oltre 30 anni nel campo del diritto tributario internazionale e abbiamo assistito centinaia di clienti nel mondo.
Affidarsi a noi significa disporre di:
- Esperienza documentata: lo Studio è attivo da oltre vent’anni nel diritto societario internazionale, con assistenza a centinaia di imprenditori italiani in processi di internazionalizzazione;
- Approccio multilivello: non ci limitiamo all’ordinamento degli Emirati. Ogni scelta viene verificata rispetto alle normative italiane, comunitarie e convenzionali, per proteggere il cliente anche da eventuali future contestazioni del Fisco italiano;
- Assistenza completa: dalla scelta della Free Zone più adatta, alla valutazione dei rischi fiscali, fino alla predisposizione della documentazione probatoria (statuti, contratti, documentazione AML, dichiarazioni sostanziali), lo Studio segue ogni fase con precisione tecnica e responsabilità giuridica.
Non stai comprando una sede: stai costruendo una posizione fiscale.
Ogni impresa che decide di operare a Dubai lo fa per ottimizzare il carico fiscale e ampliare il proprio mercato. Ma per ottenere questi risultati senza rischi, è indispensabile che l’intera struttura societaria rispetti requisiti di:
- sostanza economica reale (substance);
- gestione effettiva locale (effective management);
- coerenza tra sede legale, amministrazione, mercato e fiscalità.
Il nostro compito è assicurarti che queste condizioni siano verificate, dimostrabili e solide nel tempo. Non esistono scorciatoie. Esistono solo soluzioni legali, solide e personalizzate, che resistono nel tempo e agli accertamenti.
Se stai davvero valutando l’apertura di una società a Dubai e desideri procedere in modo completamente regolare, senza rischi di accertamenti futuri e con una struttura societaria credibile e sostenibile, possiamo analizzare la tua situazione personale.
Contattaci oggi stesso allo +390532240071. Perché il momento di evitare errori è prima di aprire la società, non quando ti arriva un accertamento.
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